MULTICULTURALISMO UN FALLIMENTO POLITICO !

Il MULTICULTURALISMO FALLITO, in Francia e in tutt’Europa – I tragici FATTI DI PARIGI mostrano la mancata integrazione della TERZA GENERAZIONE di immigrati,Lasciateci urlare con forza questo messaggio! Contro il multiculturalismo, l’immigrazione di massa e l’islamizzazione! Per la Patria, la Libertà e la Tradizione! Per la Nostra Italia , per il suo patrimonio culturale, etnico e religioso! La crisi della società porta alla rovina della società  , o può essere vero anche il contrario? L’immigrazione è una causa, o solo un effetto del nostro declino? Prima o poi vi è un momento in cui è necessario fermarsi e riflettere, un momento in cui ci si rende conto di aver valutato le situazioni dalla prospettiva sbagliata e nel quale si è obbligati a fare un passo indietro, verso un punto dal quale sia possibile osservare con più facilità le vicende nella loro interezza.Ormai l'ipocrisia di una certa classe politica sta superando il paradosso ,vorrei far riflettere a tutti voi amici come si comporta i nostri governanti su le varie disgrazie che hanno colpito il nostro paese. Vi ricordate le morti della  concordia,lo stato come si e' comportato,o le morti fatte dal picconatore di Milano Kabobo,le istituzioni come si sono comportati,o le morti di vari imprenditori quale comportamento ha riservato lo stato ,sempre un comportamento di distacco di pochezza.Mentre sulla disgrazia di Lampedusa ci sono stati riflettori sempre accesi,per far speculazione elettorale. Questo  non e' altro che un Umanitarismo intermittente, come si può parlare all'epoca  di “lutto nazionale”, “funerali di Stato”, “solidarietà europea”, mentre i lavoratori italiani si uccidono perché gli è stata tolta anche la speranza, mentre le Nostre morti passano sotto il velo dell’indifferenza, subito dimenticate o mai veramente emerse perché indegne di essere ricordate, o troppo “scomode”? Come si può parlare di “lutto nazionale”, quasi fosse la cosa più naturale del mondo, quando altre tragedie ed altri stragi, come quella della Costa Concordia o i suicidi di italiani, né hanno suscitato allarmismi e reazioni simili, provocato prese di posizione precise, né si è avanzata la proposta di “lutto nazionale”? Come si spiegano gli infiniti tentativi di minimizzare le centinaia di morti prodotte dall'”integrazione”, dalla “società multietnica”, da quel “multiculturalismo” che i sessantottini cercano in tutti i modi di far passare ideologicamente come un paradiso terrestre, il culmine del progresso umano, quando nella realtà ha tutto l’aspetto di un autentico inferno, il più agghiacciante degli abissi che l’essere umano abbia mai esperito? Con che coraggio si parla oggi di “tragedia”, quando si fa di tutto per impedire la libera informazione e per negare le morti prodotte da immigrati? Quale spiegazione dare al fatto che se uno psicopatico italiano uccide alcuni immigrati scoppia uno scandalo nazionale di cui si parla per mesi, cortei e “fiaccolate antirazziste contro le eterno fascismo che fomenta odio” in tutte le città italiane, mentre se un Kabobo qualsiasi uccide tre nostri connazionali assistiamo al vile silenzio onnipervadente, alle mille giustificazioni, ai sorrisini nervosi e meccanici e di chi è stato indottrinato a compatirsi a senso unico, così come voluto dai padroni creatori del multiculturalismo, e non può comportarsi altrimenti? Con che coraggio si può impedire agli Europei di gridare nel vuoto, protestare, piangere le morti prodotti da immigrati, quando ancora si odono le voci, le risatine e i moniti di chi, nonostante l’evidenza dei fatti, tenta di etichettare come “razzista bigotto” chiunque viva sulla sua pelle o comprende l’infernale inganno della società globalizzata? Esistono vittime di serie B? Alcuni lutti sono più politicamente corretti di altri? Che vi sia un fine dietro la decisione di cosa è degno di essere ricordato e cosa no?  Con quale coraggio si taccia di demagogia, nazifascismo, razzismo, coloro che vivono sulla propria pelle un sistema che li distrugge e dimentica e accusano tutto questo? Quale “populismo” è peggiore di quello che accusa di “populismo” e “fascismo” i ceti penalizzati dall’economia liberista, umiliati, vessati, etnicamente discriminati in nome dell'”antirazzismo”? Con che faccia si parla di “emancipazione del proletariato” e “diritti dei lavoratori”, quando il pensiero e le azioni sono rivolte unicamente al sottoproletariato creato ad hoc con l’immigrazione dal gran capitale con lo scopo preciso di abbassare il livello salariale e sociale dei ceti più bassi, proprio di quel “proletariato” che i “radical chic” dei quartieri lussuosi fanno tanto mostra di sostenere? Come si può pensare di essere “contro la globalizzazione” quando il proprio ideale di vita è la società globalizzata? Come si può credere di essere “rivoluzionari” quando i proprio principi sono condivisi dalla quasi totalità dei politici filo-imperialisti dell’Unione Europea? Con che coraggio si alimenta la speranza di una vita migliore per le masse di individui giunte in Italia, quando i propri connazionali sono costretti ad emigrare all’estero come non si vedeva da decenni, dal momento che la disoccupazione giovanile ha superato la soglia record del 40%? In generale e infine, come si possono chiamare “diritti umani” quei mezzi ideologici e materiali volti alla produzione di schiavi? Non è necessario dare risposte a quelli che sono interrogativi solo in apparenza. La pietà selettiva orchestrata dai politici dell’Unione Europea, con tutto quel che ne consegue, costituisce l’ennesima strumentalizzazione di una tragedia vera. Come non v’è comprensione per le vittime italiane e per la tragica condizione cui sono costretti i cittadini europei nella morsa del capitalismo, così non v’è autentico rispetto per le vittime di ieri, create sempre dal capitalismo. Esse sono un semplice “mezzo” per raggiungere un fine, che consiste nella fabbricazione del consenso volto a legittimare in maniera radicale le grandi invasioni sul suolo italiano previste per il presente e il prossimo futuro. La colpa dei morti di Lampedusa non può che essere di coloro che in nome dei “diritti umani” stanno dando vita ad un sistema schiavista che non ha precedenti nella storia, ma è al popolo Italiano che, come potevamo attenderci, è già stata attribuito la colpa. Tuttavia, dal momento che l’Italia non è uno Stato sovrano, il popolo Italiano non può avere colpa: nessun Popolo sovrano desidera un’invasione perpetua nella propria terra, la creazione di un “villaggio globale” nel proprio giardino, lo sfratto o la sostituzione etnica. Il desiderio di immigrazione di massa e sostituzione etnica in nome dei diritti umani sono tanto innaturali quanto il desiderio di accogliere e dare ospitalità ad intrusi nella propria abitazione, fino a desiderare di essere rimpiazzati da questi, in nome della “regola aurea”. Per i nostri politici non è evidentemente sufficiente che il Popolo venga sopraffatto, umiliato, destabilizzato, reso schiavo: deve “democraticamente” prendersi la colpa per cose che non può volere e, cosa ancor più tragica, decidere, cui seguiranno restrizioni per la libertà di pensiero e d’espressione. Questa restrizione verrà legittimata ancora una volta attraverso la demonizzazione ancora più marcata di tutti gli “eretici” rispetto al dispositivo economico mondialista. E’ da oggi che assisteremo a Crociate (oggi note col nome di “cortei antifascisti” o “cortei antirazzisti”) sempre più frequenti dirette contro i “fascisti” o i “razzisti”, epiteti con cui si stigmatizzano tutti coloro che rifiutano i dogmi del politicamente corretto e sono critici verso la mondializzazione – Per adesso, in ogni caso, mi limito a dire questo, per quel che riguarda i nostri Popoli: se i nostri politici avessero avuto a cuore i propri concittadini così come hanno a cuore i migranti, oggi lo sfruttamento capitalista e la povertà delle Nazioni sarebbero solo un ricordo lontano; se i politici riterranno invece l’immigrazione di massa e l’integrazione la priorità e la soluzione ai problemi “umani”, nulla è più certo del fatto che il capitalismo, il conseguente immiserimento e le immigrazioni senza sosta resteranno l’unico avvenire previsto per l’uomo e per i Popoli, nessuno escluso.
 
Domenico Marigliano Blogger

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