Lettera alla Signora Boldrini La Storia non si cancella!!

Lettera alla Signora Boldrini La Storia non si cancella!!
p.s. alcuni tratti della lettera  sono presi dall'articolo del tempo .
Presidente Boldrini , apprendo come la maggior parte degli Italiani che in passato non lontano ebbe a dire di essere nata nel paese sbagliato , quindi mi domando: come può lei rappresentare la mia terra ( l’ Italia ) se lei non la ama ? Come puo' una carica dello Stato calpestare l'dentita' di un popolo,come puo' stracciare la storia di una Nazione solo perché questa storia non garba alla signoria vostra.Io mi chiedo ma prima di diventare presidente della camera lei Signora Boldrini dove viveva NO in Italia di sicuro,ma fuori da questa Nazione,fuori dalla Nostra Patria perché sua di sicuro non e'. Vede Presidente , l’ Italia è un paese ospitale , noi accogliamo tutti , nonostante ci chiamiate razzisti , Fascisti, ma non dite nulla sulle schifezze che i suoi compagni di colore politico hanno fatto con le loro cooperative nei confronti dei suoi cari immigrati,lei e altri nessuno se indignato su queste schifezze,e nessuno compresa lei ha preso iniziative per risolvere questa problematica,anzi noto che per lei la priorità oggi e' Cancellare la scritta «Mussolini dux» sull’obelisco del Foro Italico? No, Grazie. Anzi, ricominciamo a chiamare il complesso sportivo con il suo nome: Foro Mussolini.Cara Signora  Boldrini e' come i talebani, vorrebbe cancellare un pezzo di Storia. Dimenticando che quello che è avvenuto può essere studiato, capito, criticato, ma non cambiato. E se si vuole uscire da un passato che crea inquietudine servono interventi ponderati, equilibrati e profondi. Strappare l’etichetta non serve: il contenuto del barattolo resta quello. L’obelisco in questione è quello che venne eretto nel 1932 davanti al complesso sportivo del Foro Italico, intitolato originariamente a Benito Mussolini. Di questa struttura l’obelisco era, ed è, appunto, l’etichetta. Sul lato destro anche le scritte «Opera Balilla», che fu un ente di stato del periodo, e «Anno X», cioè anno decimo dell’era fascista, il 1932. Questa è Storia. Parlando del «fascismo che sta tornando» il partigiano che ieri e' intervento alla camera , probabilmente, si riferiva al governo Renzi, ma è un’altra vicenda. Quella di «ripulire tutte le strade d’Italia dal fascismo» è invece sempre la stessa polemica. Sì, perché ciclicamente c’è qualcuno che si sveglia sentenziando che è ora di cancellare i simboli del ventennio. Ma dal ventennio sono passati settanta anni. Mussolini, Pavolini, Italo Balbo e la Petacci sono morti e sepolti da tanto e tanto tempo. Non sono più uno «scomodo passato», ma Storia. Con la «S» maiuscola. E allora invece di andare a cercare scritte da pasticciare con un pennarello, come certi studenti ripetenti, si potrebbe restituire ad opere nate tra il ’22 e la fine della Guerra il loro nome originale. Perché la scritta «Mussolini dux» non fa paura a nessuno, così come non deve suscitare agitazione ricordare che via dei Fori Imperiali fu inaugurata come via dell’Impero e la vicina via di San Gregorio come via dei Trionfi. E forse, per ricordare questo, sarebbe necessario mettere una bella targhetta sotto quella attuale. Non farà male ricordare anche che, ad esempio, la scuola Fratelli Bandiera, di piazza Ruggero di Sicilia, fu inaugurata nel 1936 con il nome di Enrico Corradini. Nessuno sa più chi fosse costui, ma comunque quella scuola costruita nel ’36 continua ad essere un punto di riferimento fondamentale per tutta l’area di piazza Bologna. Anche in altri paesi si è cercato di «strappare le etichette», come negli Stati Uniti, a Chicago, dove fu intitolata una strada a Italo Balbo dopo la trasvolata del ’33. A chi voleva cambiarne il nome, nel 1960, l’allora sindaco rispose: «Se mi dimostrerete che l’impresa è stata compiuta da un altro cambieremo nome a Balbo Avenue, se no tutto resta com’è». Una bella dimostrazione di coraggio. Poco coraggiosa, invece, è stata l’idea di radere al suolo la teca di Morpurgo, per mettere l’Ara Pacis dentro il centro commerciale di Meier. Dei monumenti del passato non bisogna avere paura, anzi, vanno difesi, non sfregiati o distrutti, come fanno i talebani e quelli dell’Isis. Chi non rispetta il passato è perché lo teme. Il passato, e la Storia, non si cancellano e non si coprono con stracci o pittura. Ma possono, anzi devono essere superati. Possibilmente facendo meglio. Se l’Italia del 2015 vuole cancellare la scritta «Mussolini dux» dal Foro Italico deve costruire un complesso sportivo nuovo, moderno, grande che faccia dimenticare quelli fatti nel passato. Noi italiani, invece, continuiamo ad utilizzare tutti i giorni quella struttura, a più di ottanta anni dalla sua inaugurazione. E l’unica innovazione che viene in mente ai «progressisti» è di cancellarne il nome. Cara Signora Boldrini questa è la mia Italia , la terra che amo con tutto il cuore e che mai mi sognerei di abbandonare , l’Italia che mi scorre orgogliosamente nelle vene per senso di appartenenza e questi monumenti sono la mia e la storia del popolo Italiano e' nessuno ripeto nessuno nemmeno lei ha il diritto di cancellare la nostra grande STORIA .
Domenico Marigliano Blogger
 

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