Il Buonismo ripaga bene le associazioni dei cittadini stranieri in Italia

Il Buonismo ripaga bene le associazioni dei cittadini stranieri in Italia queste sono dal 2001 ad oggi le citta' e dove sono questo e'  un business da miliardi di euro.
 
Il lavoro di ricerca si basa su di una indagine approfondita che è passata principalmente
attraverso il contatto con tutti i comuni con più di 5000 abitanti. Una procedura che ha permesso di ottenere i nominativi di circa 600 associazioni di immigrati. In un secondo momento si sono contattate anche le province e le regioni, dove, come noto, vi sono uffici e persone che si occupano di immigrazione e quindi sono in grado di fornire importanti informazioni. Nello specifico l’aiuto è arrivato soprattutto dalle regioni che hanno garantito l’individuazione di altre 200 associazioni. Non si sono trascurate poi altre fonti informative quali le questure, le prefetture, il mondo del volontariato, gli uffici del lavoro, i diversi sportelli per l’immigrazione attivi nel territorio e anche Internet.Rispetto a questa strada va detto che se da un lato sono state poche le informazioni recuperate presso le questure e le prefetture, ben maggiori sono state quelle ottenute dagli altri soggetti o enti interpellati. 
Così procedendo è stato possibile espletare l’indagine su tutto il territorio; 2264 comuni, tutte le province e tutte le regioni. Le difficoltà non sono state comunque poche ed hanno riguardato ostacoli quali ad esempio:
- la legge sulla privacy in Umbria;
- la scarsa disponibilità di materiale documentale in Liguria;
- la carenza di referenti in Sicilia.
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I principali criteri seguiti per definire le associazioni straniere sono stati:
- l’iscrizione a degli albi per immigrati;
- la denominazione associazione;
- il nominativo referente.
Oltre a ciò si è cercato inoltre di conoscere l’ubicazione territoriale delle associazioni, il gruppo o i gruppi stranieri di riferimento e le finalità.
Il quadro dei dati raccolti è risultato abbastanza ricco e le associazioni individuate sono state 893.
Rispetto a ciò va sottolineato che si tratta di un numero che è sicuramente inferiore, forse anche in maniera consistente, rispetto a quello reale. Le associazioni straniere sono infatti, eccetto le più grosse e “istituzionalizzate”, soggette a continui cambia menti (nascono e si sciolgono con relativa facilità, i referenti cambiano velocemente, le sedi sono spesso nelle abitazioni del referente oppure presso sindacati, scuole, comuni o altri enti di carattere assistenziale, associazioni,...) e quindi non possib ile monitorarle in maniera completa. Ciò non toglie che le informazioni ottenute costituiscano una mappa importante capace di orientare e far conoscere e comprendere meglio una realtà nuova, con prospettive future di grande sviluppo e di radicamento nel territorio.
Una volta individuate le associazioni presenti nel territorio si è passati alla seconda fase, nel corso della quale è stato somministrato - quando le informazioni e i recapiti recuperati permettono un contatto - un questionario ai responsabili delle stesse.
Le domande poste riguardano:
- i dati di carattere generale (denominazione, anno di fondazione, indirizzo, telefono, fax,
e-mail, giorni di apertura ecc.);
- la presenza o meno di un atto costitutivo;
- il numero degli associati;
- i destinatari dell’attività dell’associazione;
- le procedure di adesione;
- settori di intervento e servizi offerti;
- la qualità dei rapporti con le istituzioni e con la realtà locale (comune, provincia,
regione, società civile, volontariato, questura ecc).
 
LA REALTÀ DELL’ASSOCIAZIONISMO DEI CITTADINI STRANIERI IN ITALIA
L’insieme dei dati raccolti permettono un’analisi abbastanza soddisfacente in grado di tracciare,
come detto, alcune linee di tendenza in riferimento sia all’inserimento delle associazioni nel territorio sia alle loro caratteristiche e alle loro finalità.
 
Le associazioni nelle città e nei paesi italiani Come e dove nascono le associa zioni straniere? Quali sono le aree, le regioni, le province, le città e i paesi dove si radicano maggiormente? A quali gruppi fanno riferimento e come questi guidano le diverse strategie di inserimento sul territorio?
Queste sono le principali domande a cui, grazie alle informazioni raccolte, è possibile dare una risposta.
La realtà dell’associazionismo la si può leggere seguendo diverse prospettive, e cioè guardando i luoghi - regioni, province, città e paesi - dove le associazioni tendono a concentrarsi maggiormente, oppure ponendo in relazione il numero delle associazione con quello dei cittadini italiani e anche con quelli stranieri. I risultati a seconda della strada che si segue si differenziano fortemente. I luoghi dove l’associazionismo straniero si radica maggiormente sono, in base alla prima prospettiva, le grandi città; Milano, Roma, Torino Firenze e Palermo. Seguite o appaiate da altre, meno popolose, quali Reggio Emilia, Modena, Ancona, Verona, Catania, Brescia, Venezia, Pescara, Bari, Bergamo, Forlì, Potenza, Rimini e Siena. Piuttosto modesto appare invece il numero di associazioni presenti in grandi città come Napoli, Genova Bologna e Trieste. Se si guarda invece al numero delle associazioni e lo si pone in relazione con quello dei cittadini residenti3 la gerarchia viene stravolta e sono le piccole realtà o meglio ancora i piccoli paesi con meno di 15 mila abitanti a trovarsi nelle prime posizioni. Al primo posto si colloca infatti Lettomanopello, un paesino del pesarese con meno di 2 mila abitanti, ma con al suo interno due associazioni straniere. A questo seguono Baricella (Bo), Novellara (Re), Arzignano (Vi), Verdello (Bg), Curno (Bg), Resana (Tv), Vobarno (Bs), Castiglione delle Sestiere (Mn), Cervia (Ra), Fermo (Ap) 4. Quasi tutti, come si può vedere, paesi del Nord o del Centro-Nord, dove,evidentemente, gli immigrati riescono ad inserirsi e ad organizzarsi e associarsi più facilmente di quanto non avvenga altrove. Se suddividiamo per fasce di popolazione i molti comuni, all’interno dei quali sono rinvenibili associazioni straniere, è possibile vedere che tra le città con una popolazione superiore a 200 mila abitanti Firenze è quella dove la presenza di associazioni sul numero di abitanti è la più elevata; circa 13 associazioni su 100 mila residenti. Seguono Torino, Verona, Milano, Venezia, Catania, Palermo, Padova e Roma.Tra le città della seconda fascia, cioè quelle con una popolazione compresa tra le 50 mila e le 200 mila unità, al primo posto si colloca Reggio Emilia (19 associazioni su 100 mila abitanti), seguita da Modena, Ancona, Brescia, Pescara, Bergamo, Forlì, Siena, Rimini e Potenza. Nella terza fascia – 15-50 mila residenti – al primo posto si trova Arzignano (31 associazioni su 100 mila residenti), paese del vicentino, conosciuto in Veneto per la consistente presenza straniera al suo interno. Nella graduatoria seguono nell’ordine Castiglione delle Sestiere (Mn), Cervia (Ra), Fermo (Ap), Negrar (Vr), Legnago (Mn), Aosta, Castel Volturno (Cs) e Falconara Marittima (An).Tra i paesi con meno di 5 mila abitanti troviamo infine Lettomanoppello (Pe), Baricella (Bo), Novellara (Mo), Verdello (Bg), Curno (Bg) e Resana (Tv).
Qusta e' la realta' e sono solo associazioni di immigrati stranieri , pensare quante altre si associano e sono italiane quanti soldi dei contribuenti vengono sprecati per fare del finto Buonismo, quando si potrebbe usare queste risorse economiche per risanare la difficolta' del popolo italiano e delle famiglie italiane, e ne rimane anche per aiutare questi immigrati nel loro paese d'origine ma si sa che il dio denaro fa gola e per lui ci sono gente senza scrupoli che farebbero qualsiasi cosa pur di averne sempre di piu'.
 
Domenico Marigliano Blogger
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